I miei trenta dischi del decennio

Le stanno facendo tutti, le classifiche delle meglio cose del decennio, potevo forse sottrarmi?

La mia è, ovviamente e come tutte, una classifica personale: sono i miei dischi del decennio, quindi anche se in tutte quelle che leggete sulle fonti autorevoli c’è pieno di quell’hip hop che piace alla genteggiusta e di Conceptronica, qua trovate poco di entrambi, perché il primo mi fa cacare e la seconda la trovo masturbatoria nella maggior parte dei casi.

Fatte le doverose premesse, quindi, andiamo senz’altro a incominciare, in rigoroso ordine inverso:

30 – Magnetic Man – Magnetic Man
29 – Capibara – Omnia
28 – Chuck Person – Eccojams Vol. 1
27 – Ross From Friends – Family Portrait
26 – Special Request – Modern Warfare
25 – Footprintz – Escape Yourself
24 – Totally Enormous Extinct Dinosaurs – Trouble
23 – The Chemical Brothers – Born In The Echoes
22 – Skepta – Konnichiwa
21 – Cosmo – Cosmotronic

20 – Pillowtalk – Je Ne Sais Quoi
19 – Blank Banshee – Blank Banshee 0
18 – Nu Guinea – Nuova Napoli
17 – Thundercat – Drunk
16 – Todd Terje – It’s Album Time
15 – The XX – Coexist
14 – San Diego – Disco
13 – Anderson .paak – Malibu
12 – Daft Punk – Random Access Memories
11 – VA – PC Music Vol. 1

E ora, via di top ten:

10 – Lorenzo Senni – Persona

Ci sono diversi dischi italiani in questi trenta, forse più che in ogni altra decade che mi ricordi, ma quello di Senni è di gran lunga il disco più interessante e di respiro internazionale, oltre che, per me che ascoltavo un sacco di trance da regazzino, un autentico missile terra-aria.

9 – John Talabot – Fin

Si è completamente perso poi, ma a inizio decade John Talabot ha cacciato un album davvero memorabile, che ha messo d’accordo tutti come forse pochi altri nel resto del decennio.

8 – Jack Ü – Skrillex & Diplo present Jack Ü

Parlare della musica del decennio e ignorare Skrillex e Diplo sarebbe, semplicemente, ignorante. Entrambi, soprattutto il primo, hanno fatto altre cose inascoltabili, ma il disco assieme è uno di quelli che poi per qualche anno tutti volevano suonare come loro e avere la stessa estetica.

7 – Four Tet – There Is Love In You

Ne ha fatte veramente tante altre nel corso del decennio, ma quest’album, quello con cui è diventato davvero grosso, resta ancora il migliore.

6 – The Weeknd – Beauty Behind The Madness

Il massimo che riesco a tollerare dell’hip hop che piace alla genteggiusta, vuoi perché poi ha fatto cose coi Daft Punk vuoi perché The Weeknd è uno, come anche Anderson .Paak, che prima scrive le canzoni belle e poi ci mette sopra la patina hip hop, non il contrario. E “Can’t Feel My Face” è stata una di quelle hit globali davvero belle, di cui ci si può non vergognare (sempre sia lodato Max Martin).

5 – Disclosure – Settle

Il secondo album è dimenticabilissimo e a poco più di vent’anni si sono ridotti a fare i ghost producer per gli altri come se ne avessero cinquanta, ma i due sosia di De Ligt col primo album hanno letteralmente sbancato, prendendo qualche decennio di storia della musica danzabile e dandogli una gigantesca rinfrescata. Se uno dei grossi trend del decennio è stata la riscoperta dello UK garage, un grosso merito è anche loro.

4 – Macintosh Plus – Floral Shoppe

Se c’è un filone che più di tutti incarna il pensiero del decennio, alla disperata ricerca di capire cosa fare del passato e come immaginare un futuro che pare non esserci, è senza dubbio la vaporwave. E “Floral Shoppe” è il disco vaporwave più bello del decennio.

3 – Pendulum – Immersion

Qui mi rendo conto che baro un po’, perché è un disco di questo decennio che suona assolutamente come il decennio precedente e che con questi dieci anni non ha quasi niente a che fare, ma sticazzi, è uno di quelli che ho ascoltato di più, è un missile, c’è una traccia con Liam Howlett che senza il peso dei Prodigy fa quello che sa fare meglio e forse loro la smettono di fare porcherie EDM e si riuniscono.

2 – Liberato – Liberato

Lo so che ho detto che il disco di Senni è quello italiano più interessante e poi più in alto ci metto questo, ma considerare Liberato un progetto italiano è davvero difficile: non tanto per discriminazione territoriale, anche se è vero che la musica napoletana è sempre stata un pianeta a sé stante, ma perché davvero nessun altro in Italia, in questi dieci anni ma probabilmente nemmeno prima, ha mostrato la stessa chiarezza d’intenti e coerenza che legasse assieme tutto, dallo stile musicale a quello visivo alla scelta delle date sul calendario alla promozione delle uscite.
Sarà un exploit difficile da ripetere, ma dicevamo la stessa cosa anche dopo “9 maggio” e poi è andata com’è andata.

1 – SOPHIE – Oil Of Every Pearl’s Un-insides

Non c’è neanche da discuterne.

Era già l’artista del decennio dopo il primo album, poi ne ha rilasciato un altro (e altri due di remix) assolutamente fuori dal mondo, in cui c’è tutto e di più e che suona come se arrivasse da almeno quattro decenni nel futuro.
In un sacco di occasioni questa decade è stata quella della gente che fa musica per i motivi sbagliati, per la visibilità, per le storie su Instagram e perché è un modo rapido per avere successo, ma SOPHIE è ancora il capo di quelli che fanno musica perché hanno delle cose da dire a chi ha voglia di ascoltarle.