Rinnovare il passaporto nel duemilaventi

Il mio passaporto scade a settembre e forse ad aprile devo tornare in UK, stavolta per piacere anziché per l’amaro pendolarismo dell’anno scorso: siccome ti dicono che è buona prassi avere più di sei mesi di validità del passaporto quando viaggi e quelli salcazzo cosa si inventeranno per infastidire l’Europa, decido di rinnovarlo con lauto anticipo.

Chiedo a Internet come fare, e finisco sul sito dove puoi prenotare online l’appuntamento per il rinnovo: penso “guarda che figata, prenoti online, vai e risolvi in fretta, che bella la modernità”.

Stupido, stupido Raibaz.

Dopo aver compilato il form online con tutti i tuoi dati per l’appuntamento, puoi finalmente stampare il pdf col modulo dove dovrai rimettere gli stessi dati però a penna e le istruzioni su cosa portare quando vai al commissariato:

  • Due fototessere valide per i documenti, con lo sfondo bianco e il formatoggiusto (e ok)
  • Una marca da bollo cartacea da settantadue euro e cinquanta (cartacea, vabbè)
  • L’attestazione del versamento di altri quarantadue euro e cinquanta sul conto corrente del ministero delle finanze

Tutto chiaro, ce la posso fare, tanto più che l’appuntamento ce l’ho il sette gennaio e prima c’è un weekend lungo in cui posso andare con calma a fare le fototessere e a comprarmi la marca da bollo.

Marca da bollo che ovviamente non solo non puoi comprare online, ma devi pure pagare in contanti come un cazzo di narcotrafficante perché dopo venti minuti di coda dal tabaccaio, luogo ameno che oltre al cancro ai polmoni ormai vende solo gratta e vinci e videopoker, scopri che ovviamente non accetta il bancomat.

Vabbè, dici, sopravviverò pure a questo trauma (lasciamo stare che dovrebbe esistere una legge che dice che le marche da bollo le devi poter comprare online e invece lo stato per il passaporto le vuole cartacee), torno a casa e faccio il versamento sul conto corrente postale.

Macchè.

Riempi tutto il form dell’home banking con il numero di conto, l’intestazione, la causale, l’importo, giusti giusti come dicono le istruzioni, e…”Spiacenti, questo conto corrente non è abilitato ai pagamenti online”.

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Per poter andare al commissariato a chiedere il passaporto non basta andare prima dal tabaccaio, devi anche andare in posta, fare un’altra coda e pagare un altro bollettino, nella vana speranza che all’ufficio postale funzioni lo stracazzo di POS.

In sostanza, rinnovare il passaporto è una fetch quest che in confronto Death Stranding è vario e divertente.

(Also, Death Stranding è vario e divertente pure quando non lo è, ma ci torno su quando lo finisco)

Benvenuti nel duemilaventi, l’anno di Akira e del Cyberpunk, l’anno dopo Blade Runner.