William Sloane - Attraverso La Notte

La mia wishlist di Amazon è veramente sterminata, ci finisce dentro la qualunque, principalmente cose che mi sembrano interessanti ma non ho la fotta di leggere immediatamente, soprattutto da quando ho imparato a tenere al minimo la lista di libri ancora da leggere e a essere disciplinato: entra un libro sullo scaffale di quelli ancora da leggere solo quando ne esce uno (la situazione era diventata veramente ingestibile).

Questa sua natura così sterminata e variegata implica anche due fenomeni fondamentali: il primo è che ci siano dentro diversi libri che con ogni probabilità non comprerò né leggerò mai, il secondo è che condividere il link alla mia lista - che peraltro trovate qui in fondo se vi sentite gentili nei miei confronti - in occasioni tipo natale o il mio compleanno dà luogo a una specie di lotteria al termine della quale ricevo dei libri pensando “e questo che cazzo è?” e immediatamente dopo “aaaah, certo, ora me lo ricordo”.

Non ho la minima idea di dove o quando fossi quando ho messo in wishlist il libro di oggi, ma so chiaramente il motivo per cui ci è finito: le sperticate parole di elogio che ha speso nei suoi confronti Stephen King, uno che di narrativa due o tre cose le sa, e che ha anche scritto la prefazione.

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Torneremo in seguito sul motivo per cui, a posteriori, è chiaro perché a King sia piaciuto così tanto, ma nel frattempo: che libro è?

È un fanta-sci-horr-weird-giallo degli anni ‘30, il che lo pone perfettamente in bilico tra “perfetto per me” e “vade retro satana” nella mia scala di giudizio: c’è una morte e delle persone che investigano, che è un pessimo pessimo pessimo elemento per uno che è allergico ai poliziotti e alle indagini dopo essere stato vessato da anni di Tenente Colombo Perry Mason Signora In Giallo Ispettore Derrick e dio sa quante altre serie di merda con ammazzamenti e indagini tutte stracazzo uguali, ma c’è anche una struttura narrativa molto interessante.

La morte in questione, un suicidio, è già avvenuta, e la voce narrante racconta a un altro personaggio come ci si sia arrivati: sappiamo quindi il “cosa” e il “chi”, e dall’inizio ci viene presentato come qualcosa al limite dell’inspiegabile se non oltre, e lungo l’arco del libro arriviamo a capire il “come” e il “perché”.

Mille anni fa ricordo di aver letto di X-Files, una delle serie più importanti della storia dell’umanità, che quello che faceva paura non era quello che si vedeva nella serie, ma quello che non si vedeva, e così è in questo libro: fin dall’inizio sappiamo che c’è qualcosa di strano, di fuori posto, di sbagliato, e lungo la trama si accumulano altri eventi anomali, ma fino alla fine non abbiamo una spiegazione a nessuno di questi, e questo aumenta di molto la tensione, la sensazione che quando finalmente capiremo che incredibile macchinazione c’è alle spalle di tutti gli accadimenti del libro saremo sconvolti, turbati, devastati.

La sensazione di straniamento è forte, ricorda molto grandi maestri del genere come Poe, Lovecraft e alcune cose, per l’appunto, di King, ma ciò che chiaramente ha scatenato l’entusiasmo di quest’ultimo non può che essere il finale, che è proprio come quelli che scrive lui: una merda.

Trecento pagine di mistero, di ansia, di madonna ma che cazzo è dai oh devo sapere assolutamente vedrai che è così no ecco è in quest’altro modo però madonna com’è bravo a tenermi sul filo voglio assolutamente andare avanti a leggere…e poi invece la chiude in due paginette scarse con un deus ex machina della peggior specie, “ah si, pensavate davvero di essere soli nell’universo?”

In confronto i finali deludenti di King sono una cosa scoppiettante.

Ed è un gran peccato, perché come ci si arriva al finale è molto bello e, come dice in effetti lo stesso King, molto vario, tocca un sacco di generi e di tematiche interessanti, tipo lo stupore e lo straniamento del protagonista anni ‘30 nel constatare che una donna è intelligente e dice cose intelligenti, ma poi, dopo un inizio col botto e un viaggio a perdifiato sulle montagne russe, finisce a passo d’uomo.

Quattro stelline abbondanti su cinque a tutto tranne le ultime boh, sette-otto pagine, una stellina scarsa al finale.