Le storie che parlano di storie sono un casino.
Spesso e volentieri infatti, quando un autore vuole scrivere una storia che parli di quanto sono importanti le storie, l’intento nobilissimo si riduce a un pallido flex di bravura, un mero esercizio di stile, e l’intento stesso viene tradito: per raccontarmi quanto è importante la narrazione mi racconti una storia zoppa, loffa, scritta male.
Simon Jimenez invece è bravissimo, e non solo flexa una bravura immensa ma scrive anche non una, non due ma tre storie bellissime una dentro l’altra.
“The Spear Cuts Through Water”, infatti, è una matrioska di storie, con una cornice che racchiude una cornice che racchiude una cornice che racchiude una storia: immaginatevi uno di quei romanzi con la cornice, tipo il Decameron o Le mille e una notte, ma Sherazade è un’attrice in un teatro, e c’è un personaggio nel pubblico che guarda la rappresentazione e nel guardarla ripercorre la propria vita, quella della propria famiglia e del paese in cui si sono trasferiti, lungo momenti temporali diversi, intervenendo anche nella rappresentazione teatrale a un certo punto.
E non è tutto, lo fa alternando punti di vista e voci narranti diversi in prima, seconda e terza persona ripetutamente, anche all’interno della stessa pagina.
“Ammazza che casino, sicuramente non ci si capirà un cazzo”.
E invece si incastra tutto alla perfezione e, a differenza di altri che proprio non sanno scrivere, si capisce sempre tutto alla perfezione, non c’è mai un momento in cui fai “huh?” e devi rileggere due-tre-quattro volte una frase o peggio ancora cercare su Google se qualcosa si dica veramente com’è scritto, ma, anche grazie a un uso sapiente dei font diversi, è sempre perfettamente chiaro chi sta parlando, in che contesto e cosa sta dicendo, anche grazie, come si diceva, a una bravura nell’uso della lingua e nella creazione di immagini davvero stratosferica.
Non ho moltissimo l’abitudine di segnare le frasi che mi piacciono in un libro, la sto adottando di recente, ma la mia copia di “The Spear Cuts Through Water” è piena di post it, evidenziazioni e cuoricini a bordo pagina.
“Seh vabbè, allora è proprio uno che se la crede tantissimo ma la storia farà cagare”
Per niente, anzi.
La storia più “interna” è un fantasy sì con diversi elementi canonici, con due eroi che rispondono abbastanza bene ai tropi classici del fantasy (il predestinato e l’outcast che non si sa come diventa un eroe), dei cattivi da affrontare in sequenza lungo le tappe di un viaggio, un artefatto magico da portare a qualcuno, una bromance che poi perde la b e diventa solo romance, perché è, come sia noi che il protagonista ci aspettavamo fin dall’inizio, “a love story to its blade-dented bone”, ma con quegli elementi canonici ci gioca anche e li sovverte: il predestinato di cui sopra è un assassino pentito che si rifiuta di uccidere, ma di morti nella storia ce ne sono un bel po’, anche piuttosto cruente, e quando si scopre come sono avvenute, alcune in particolare, è un gran bel colpo di scena, per esempio.
E le storie che la incorniciano, quella nel teatro e quella dello spettatore nel teatro, sembrano essere “solo” una cornice, poco più di un esercizio di stile, ma poi, nell’ultimo quarto, si scopre che sono loro LA vera storia del libro, e che la storia interna non era altro che un pretesto, e forse non è nemmeno successa veramente così come viene raccontata ma in fondo chi se ne frega, perché per chi ama le storie - e tutti amano le storie - non conta tanto la storia in sé quanto il piacere di sentirla raccontare e il messaggio che c’è dietro, quello che una storia rappresenta più che quello che racconta.
E noi lettori, che di fatto siamo un’ulteriore cornice al cui interno esiste la storia di “The Spear Cuts Through Water”, ne facciamo da spettatori a volte, più che da lettori - in moltissimi punti la scrittura di Jimenez è davvero cinematografica - e prendiamo parte alla trama aggiungendoci il nostro vissuto, le nostre emozioni, i nostri post-it e le nostre sottolineature.
Che meraviglia le storie, che capolavoro questo libro.
Sei stelle su cinque, tra i migliori libri che abbia mai letto, leggetelo tutti immediatamente.