Hello, Hugo

Sono già passati quasi due anni da quando ho ripreso in maniera semistabile a scrivere in un posto mio, due anni che se avete prestato attenzione alle mie vicende personali ne sono durati almeno dieci.

Ma non è questo il tema di oggi: il tema di oggi è che siccome sono passati quasi due anni, mi è arrivata la mail che dice che dominio e hosting stanno per scadere e vanno rinnovati, e di spendere una quarantina di soldi all’anno per un hosting Wordpress, nel 2020, non mi andava.

Così, ne ho spesa una decina solo per il dominio, e ho cercato una soluzione alternativa, di quelle che usano i blogger giusti nel duemilaventi, che Wordpress a noi ci ha rotto il cazzo.

Volevo provare uno di quei cosi che generano i siti statici a partire dal markdown: ce ne sono diverse dozzine, praticamente uno per ogni linguaggio, mantenuti e non, e alla fine, in maniera semirandom, ho scelto Hugo, che nel copy del sito punta forte sulla velocità, di rendering, di deployment e di creazione dei contenuti.

In effetti, la migrazione dei post del mio vecchio Wordpress è stata a prova di scimmia: ho installato il plugin che li esporta in un formato che piace a Hugo, ho dato due martellate ad alcuni pezzi di contenuto che il mio Wordpress renderizzava in maniera infame, tipo gli embed di Youtube, dato una leggera sistemata al tema che avevo scelto (cosa che è stata molto più facile, almeno per me che conosco HTML e CSS, che orientarmi nel marasma di pulsanti di wp-admin), et voila.

Immagini e embed, soprattutto nei post vecchi, sono probabilmente ancora rotti, ma intanto ho di nuovo un blog, e ho un blog nuovo, con un CMS nuovo.

L’hosting, ovviamente, è gentilmente fornito dalla tecnologia “nuova” più figa in ambito frontend-cose rapide, Netlify.

Insomma, bentornato, di nuovo.